07 MAR – Speranza Iossa coordinatrice SUMAI Assoprof Donne in occasione dell’8 marzo ricorda come nonostante molti diritti siano acquisiti c’è ancora chi ritiene “lecito regredire e rimettere questi diritti in discussione”, e dunque è necessario “superare e semmai valorizzare le differenze che non sono mai di genere, razza, religione o età, ma solo differenze tra persone”.

In occasione dell’8 marzo il SUMAI Assoprof Donne ricorda gli episodi sempre più frequenti di violenza, molestia, discriminazione ai danni del personale sanitario e fa RETE: tutti i giorni intende parlare, condividere e farsi sentire; chat, mail, questionari, interazioni social per conoscere, sensibilizzare e contrastare gli stereotipi di genere in ogni presidio sanitario, territoriale e/o ospedaliero d’Italia.

Molti i diritti sono dati per acquisiti, certo: ultimamente sembra però lecito regredire e rimetterli in discussione, dalla legge sulla tutela sociale della maternità e interruzione volontaria di gravidanza, alle modifiche in materia di diritto di famiglia, separazione e affido condiviso (Ddl Pillon), fino alle ultime dichiarazioni diffuse sui media secondo cui “offende la dignità delle donne chi ne rivendica l’autodeterminazione”.

Consapevoli che il raggiungimento della libertà delle donne non dipenda solo dal desiderio di ciascuna, siamo convinte che sia un obiettivo relazionale: esiste, è raggiungibile e si concretizza proprio nella relazione tra noi donne, superando – e semmai valorizzando – le differenze che non sono mai di genere, razza, religione o età, ma solo differenze tra persone.
In questo 8 marzo diamoci voce e facciamoci voce di umanità.

Speranza Iossa

Coordinatrice Commissione di genere SUMAI Assoprof Donne

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