Carenza del personale, regionalismo e liste d’attesa sono i temi che hanno animato il dibattito tra il segretario generale Sumai Assoprof, Antonio Magi, il vice capogruppo della Lega alla Camera dei deputati, Alessandro Pagano e il senatore Pd, Vito Di Filippo che ha avuto luogo oggi nella sede dell’agenzia Dire.

“14 MLD PER SSN RECUPERABILI DA MEDICINA DIFENSIVA”

“Non sarà quota 100 ad accelerare l’uscita dei medici dal Ssn ma sarà il burnout che in questo momento i medici vivono. Sono 10 anni che medici e operatori hanno mantenuto un Ssn presente grazie al loro sacrificio, in condizioni di precariato e beccandosi denunce. Molti scapperanno perché non ce la fanno più, stanno in grande difficoltà perché manca il personale, quindi escono e vanno al privato”, ha dichiarato il segretario generale Sumai Assoprof, Antonio Magi. Alla presenza delle forze politiche di maggioranza e opposizione, Magi ha avanzato alcune proposte: “Eliminiamo i Cup– ha detto- perché la maggioranza delle visite è programmabile. E recuperiamo 14 miliardi di euro tra medicina difensiva e risarcimenti che paga lo Stato, facciamo una legge che punisca le cause temerarie, in modo che le cause se si perdono si pagano”.

Proposte su cui l’esponente della Lega, Alessandro Pagano, si è detto d’accordo. “C’è un problema di burocrazia e bisogna rivedere il sistema dei Cup- ha detto- e c’è un problema di burnout dei medici che sono sotto stress. Facciamoli diventare ufficiali giudiziari, così chi li tocca sa che va in galera. Poi dobbiamo creare le condizioni perche’ la soglia per fare causa venga alzata”.

Pagano ha anche rilanciato: “Dobbiamo fare una legge sulle specializzazioni, per abbassare da 5 a 4 anni la formazione. Poi bisogna valorizzare la figura degli infermieri e abilitarli con dei master a fare piccole medicazioni e somministrazione di farmaci. Infine abbattere i costi della specializzazione immettendo gli studenti subito negli ospedali dopo il primo anno”.

“E’ importante non abbassare il livello della formazione – ha però avvertito Magi, ricordando che “è vero che in questo momento mancano i medici, ma ce ne sono oltre 20mila pronti ad entrare. Pensiamo prima a loro”. “Sui medici ufficiali giudiziari c’è già una nostra proposta di legge” ha commentato Di Filippo, ricordando invece che sul tema della responsabilità “il precedente governo è intervenuto con una riforma storica, la legge Gelli”. “Ve ne do atto- ha risposto Magi- ma ancora mancano i decreti attuativi, oggi siamo in mano alla magistratura per questo. E in Italia capita che per lo stesso caso ci siano sentenze opposte”.

AUTONOMIA, “C’E’ PREOCCUPAZIONE, POLITICA RIFLETTA”

“Quello che ci propone il governo sulle autonomie è una secessione sotto mentite spoglie“. Lo ha affermato il senatore Pd, Vito Di Filippo, durante il confronto sulla sanità pubblica nella sede dell’agenzia Dire. “Se il tema è il piatto ricco del residuo fiscale- ha detto- noi che siamo uomini del Mezzogiorno ci dovremmo legare alle porte di Montecitorio e non far passare il provvedimento. Noi abbiamo una Costituzione che garantisce il servizio equo e universale ai cittadini, la diversità tra Regioni è un po’ quello che il mantra federalista in questi anni ha prodotto. Prima di parlare di autonomie- ha concluso- bisogna pensare a come garantire un Ssn uniforme”. “Noi qualche preoccupazione ce la abbiamo– ha commentato Magi- perche’ il regionalismo già esiste e la situazione Nord-Sud è notevolmente diversa. Dobbiamo rivedere com’è la distribuzione del Fondo sanitario, verificando come questi soldi vengono spesi. Dobbiamo stare molto attenti per diminuire le disuguaglianze affinché tutti i cittadini abbiano stessi diritti e stesse opportunità. E infine evitare la mobilità dei pazienti che dal Sud vanno al Nord, potenziando le strutture dove ci sono carenze”. “Se le Regioni amministrano in proprio, i risultati saranno migliori- ha dichiarato Pagano- Non fosse altro perché si conosce il bisogno. Sono convinto- ha concluso- che non aumentera’ la spesa a nessuno né verranno tolti dei soldi. Hai quello che ti spetta e te lo gestisci”.

LISTE ATTESA: PIANO GUERRA SENZA SOLDATI, SI INVESTA SU MEDICI

“Il potenziamento dei Cup- ha detto Magi parlando delle misure messe in campo dal governo per l’abbattimento delle liste d’attesa nella sanità pubblica- è un ottimo piano di guerra, ma mancano i soldati. Se abbiamo investimenti di 150 milioni per i Cup ma a valle non c’e’ chi fa le prestazioni, le liste d’attesa rimangono tali. Abbiamo già proposto di usare quei soldi per portare le ore degli specialisti da una media settimanale di 20 a 38. Un’altra cosa, e devo dire che su questo in parte sono state date risposte, è lavorare per capire l’origine delle liste d’attesa, che sono molto legate alle malattie croniche, con 18 milioni di italiani che ne sono affetti. Bisogna cambiare sistema- ha proposto Magi- creare equipe che prendano in carico i pazienti sul territorio. Così in ospedale andrebbero solo i pazienti con acuzie”.

“Poi- ha aggiunto Magi- sull’intramoenia va fatto ordine e rendere chiaramente distinguibili la prestazione del Ssn e quella del libero professionista. Ma la cosa più importante- ha concluso- è riempire i posti vuoti legati al mancato turnover. Abbiamo molti medici anziani che tra poco andranno in pensione”.

“Il dibattito sulla sanità in questo governo è marginale- ha attaccato Di Filippo- travolto da altri temi come quota 100 o reddito di cittadinanza. Avrebbero potuto investire in sanità ma hanno scelto di non farlo, con l’aggravante che l’aumento del Fondo sanitario dal 2020, se pure ci sarà, sarà vincolato alla sottoscrizione del Patto per la salute, che dovrebbe avvenire entro marzo ma ad ora nulla è stato fatto. Il ministro Giulia Grillo- ha aggiunto- ha due soli spot: l’abolizione del numero chiuso a Medicina e l’abbattimento delle liste d’attesa. Su quest’ultimo tema nella legge di Bilancio ci sono cifre ridicole: 150 milioni di euro, e non sono neanché soldi in piu’, sono ritagli di risorse all’interno del fondo per gli impianti tecnologici dei Cup”.

“Le critiche al governo sono inaccettabili- ha replicato Pagano- abbiamo avuto troppo poco tempo e tutto sommato abbiamo iniziato a lavorare. Se l’Europa ci avesse consentito di investire ci saremmo concentrati anche su altri temi”.

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