15 FEB – Il direttore dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica del Sacro Cuore alla trasmissione di Rai 3, Geo, parlando della carenza dei medici ha spiegato che una soluzione immediata al problema è “portare i medici convenzionati da 20 a 38 ore settimanali, questo basterebbe per avere un recupero di forza lavoro”

Americo Cicchetti direttore dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (Altems) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, mercoledì 13 febbraio, è stato ospite della trasmissione di Rai 3, GEO, condotta da Sveva Sagramolaper parlare della mancanza dei medici. Nel corso della trasmissione Cicchetti ha detto che “l’allarme c’è ma ci sono anche i modi per affrontare questa situazione. Da qui al 2025 ci saranno 52mila medici in meno tra medici di famiglia, ospedalieri e specialisti ambulatoriali. Il motivo per cui sta accadendo ciò è semplice il 52% dei medici ha più di 50 anni, in Italia è difficile trovare medici tra i 30 e 39 anni. La possibilità offerta di andare in pensione con quota 100 potrebbe acuire ulteriormente il fenomeno.

Alla domanda della Sagramola sul perché non c’è un turn over della classe medica? Cicchetti ha risposto “Alcune regioni sono in piano di rientro dal deficit, questo ha significato per molti un blocco del turn over. Il tasso di compensazione tra chi esce e chi entra è stato quasi fermo. E ciò ha comportato una riduzione dei medici. In questa fase attuale avremo un tasso di uscita che sarà molto rapido. Sbloccare il turn over significa rianimare dal punto di vista organizzativo il sistema”.

I modi per affrontare il problema, ha proseguito il Direttore della Scuola Altems, possono essere diversi a partire dal numero chiuso alle facoltà di medicina “se modificassimo i criteri di accesso i risultati li vedremmo tra dieci anni, questo non vuol dire che non debbano essere fatti, però non è la soluzione immediata. Neanche ridurre i tempi di specializzazione, passando da cinque a tre può essere la soluzione”.

“Dunque che fare per evitare lo svuotamento?”chiede la giornalista “Per mantenere l’attuale stock – risponde Cicchetti – alcune cose possono essere fatte immediatamente.Noi abbiamo 65 mila medici specialisti che oggi non sono nel servizio sanitario nazionale, operano all’esterno. 18 mila di questi in realtà lavorano in una forma convenzionale con il Servizio sanitario nazionale, sono i medici che troviamo negli ambulatori, accanto al medico dipendente, c’è il medico che fa lo stesso mestiere con un’altra convenzione, ebbene questi medici convenzionati lavorano mediamente per 20 ore settimanali, basterebbe portare il numero di ore a 38, come gli altri, per avere un recupero di forza lavoro.Questa potrebbe essere una soluzione immediata al di là di soluzioni come l’apertura delle facoltà di medicina”.

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